Ma davvero l’energia elettrica può essere distribuita senza piloni e senza cavi? Sembrerebbe di sì, stando a quanto racconta Veronica Ulivieri su “La Stampa” (20 luglio 2017 – inserto – pagina V), parlando della riserva marina del Cerrano, in Abruzzo. Qui a settembre del 2016 il terzo piano di una torre di avvistamento del Cinquecento “è stato illuminato grazie all’energia prodotta con moto ondoso e celle fotovoltaiche, giunta in modalità wireless da mezzo chilometro di distanza”. Proprio senza cavi e senza piloni, quindi, abbinando così alle rinnovabili anche un sistema di trasmissione dell’energia a basso impatto ambientale. Un esperimento condotto da scienziati dell’istituto di ricerca internazionale Res On Network, che ha una sede in Abruzzo.
La trasmissione dell’energia a distanza consente di non consumare suolo per le infrastrutture e allo stesso tempo di evitare black out e massimizzare l’efficienza della rete. Sarebbe una risposta definitiva anche alle tante resistenze manifestate da ambientalisti ed enti locali contrari a nuove installazioni e infrastrutture, in un Paese come l’Italia molto esposto all’effetto Nimby.
L’articolo ricorda che l’idea di trasportare energia senza fili l’ha sviluppata per primo Nikolas Tesla alla fine dell’800, poi ripresa negli anni scorsi dal Mit di Boston.
L’articolo spiega anche più in dettaglio come si riesce a spostare l’elettricità con un’infrastruttura quasi del tutto dematerializzata. Il direttore scientifico dell’istituto, Marco Santarelli, afferma che ci vogliono 3 elementi: “Due bobine in rame poste a distanza, che trasformano l’energia raccolta e creano nello spazio compreso fra loro un campo di forza, e un trasformatore, che rende il segnale energetico fruibile da una lampadina o da qualsiasi elettrodomestico».
In Abruzzo il segnale ha viaggiato per 500 metri, ma l’obiettivo è arrivare gradualmente a distanze di 20 km. Forse il sogno di Tesla sta per realizzarsi?
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