EDICOLA ENERGIA / TAGLIARE LE EMISSIONI INQUINANTI DI AUTO E VAN – L’intervista al ministro Sergio Costa

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“Dobbiamo liberarci delle bottiglie di plastica monouso negli edifici pubblici. Ed entro il 2030 dobbiamo tagliare del 40% le emissioni di CO2 nel settore auto”. Lo sostiene il ministro dell’Ambiente Sergio Costa in una intervista di Roberto Giovannini pubblicata da La Stampa (26 giugno 2018 – pagina 14). E aggiunge che sui cambiamenti climatici “l’Europa deve fare di più. A cominciare dal taglio delle emissioni inquinanti di auto e van». Insomma, l’accordo di Parigi sul clima va rispettato.

 

LA PROPOSTA

Entrando nel merito del tema ambientale connesso alle emissioni di CO2, il ministro Costa esprime l’esigenza per l’Europa di far diventare vincolante l’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 del settore automobilistico del 15% già previsto dalla Commissione europea per il 2025. Non basta. Perché “poi si deve accelerare – spiega il ministro – salendo al 30% intorno al 2028, e arrivando a un taglio del 40% al 2030”.

 

E-MOBILITY

Sulla diffusione della mobilità elettrica il titolare del dicastero ai problemi ambientali spiega la posizione del Governo. “Pensiamo all’auto elettrica – dice –  ma anche all’auto ibrida nella fase di transizione verso il “tutto elettrico”. Una transizione che deve “più rapida e profonda possibile”, dando indicazioni precise ai cittadini e al sistema industriale, “senza cambiare politiche ogni due mesi”. Ma sono certo che l’industria stessa coglierà questo spunto, e camminerà sempre più velocemente in questa direzione».

Ma il giornalista incalza: “L’Italia, con altri Paesi, è in procedura di infrazione Ue per la questione dell’inquinamento dell’aria nella grandi aree metropolitane. E domanda: Come volete affrontare il problema? Costa pensa allo sblocco di risorse per mettere in moto un fondo rotativo della Cassa depositi e prestiti per:

  1. acquistare autobus elettrici, totalmente elettrici,
  2. finanziare le necessarie infrastrutture per rifornirli e farli circolare
  3. concederli ai Comuni più in difficoltà sul fronte dello smog.