Sul tema della crescita economica e della sostenibilità “siamo tutti coinvolti”. Lo conferma il titolo di un servizio del Corriere della Sera (di giovedì 8 novembre, pagina 6) dedicato alla necessità imprescindibile di tutelare l’ecosistema del pianeta. L’incipit dell’articolo di apertura, a firma di Elena Comelli, è fornito da una ricerca dell’Istituto Nazionale di Statistica effettuata da 15 mila imprese italiane, dalla quale emerge che “… il 30% del campione esprime un livello medio-alto di sostenibilità e che al crescere della sostenibilità, cresce la produttività, fino al 10% in più”. Dalla ricerca si evince quindi che circa due terzi delle imprese dovranno fare i conti in futuro con l’efficienza energetica.
Nel pezzo si osserva ancora che sono anzitutto agricoltura e industria alimentare a dover affrontare il tema del cambiamento climatico, che si traduce in “perdita di biodiversità, salinizzazione del suolo e desertificazione”.
Considerando che l’umanità corre verso il traguardo dei 10 miliardi di abitanti nel 2050 e che 1 miliardo e mezzo di persone al mondo non ha ancora accesso all’energia elettrica, il tema dello sviluppo sostenibile risulta imprescindibile e necessita di un impegno a livello globale. “Se gli esperti hanno ragione – si legge più avanti – entro il 2050 le estati europee saranno così calde che il rendimento dei nostri campi declinerà di un terzo”.
RIDURRE I RISCHI
Che fare, allora, per ridurre i rischi? “La risposta è tagliare gli sprechi e adibire le terre coltivabili alle produzioni che richiedono meno suolo, riservando all’alimentazione umana i campi dedicati al foraggio”. Questo perché, stando a una previsione dell’università di Oxford, “il consumo di carne in Occidente andrebbe ridotto del 90% e sostituito con i legumi”.
LA SVOLTA CINESE
Sulla riduzione delle emissioni di CO2, è rimarchevole la svolta ecologista di Pechino, che intende raggiungere l’obiettivo di zero emissioni entro il 2030 con investimenti massicci nel settore della mobilità elettrica.
Intanto nel mondo eolico e solare avanzano. Ad oggi tali fonti rinnovabili coprono quasi un terzo dell’energia elettrica prodotta in Europa, un quarto in Cina e un sesto negli Usa, in India e in Giappone. “Eolico e solare – si legge infine – sono le due tecnologie che hanno messo a segno il più rapido sviluppo industriale, con oltre 500 gigawatt eolici e quasi 500 gigawatt solari installati in pochi anni… Nel 2050 le produzioni / da fonte eolica e solare potranno soddisfare quasi il 50% della domanda elettrica globale e insieme all’idroelettrico, alle altre fonti rinnovabili e al nucleare porteranno la quota di elettricità a emissioni zero al 71% del mix complessivo”.
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