E’ il ministro per la Coesione territoriale in persona a scrivere. Per inviare una lettera al Corriere della Sera e riassumere quanto il Governo sta facendo per il Sud. “Per la prima volta dopo alcuni decenni – afferma Claudio De vincenti – una strategia per il Mezzogiorno è al centro dell’agenda di governo. Il suo senso politico è quello di investire sul protagonismo del Mezzogiorno, dei suoi imprenditori e lavoratori, dei suoi giovani e dei suoi cittadini, sostenendoli affinché prendano in mano il proprio destino per diventare area trainante dello sviluppo di tutto il Paese”.
Il ministro parla di “protagonismo attivo dei cittadini” a cui guardare con fiducia.
Ecco le azioni per il Mezzogiorno richiamate, che vengono ritenute corrobornati per i “segni di vitalità del tessuto produttivo locale e, al tempo stesso, alla base della crescita di Pil e occupazione, attestata di recente dall’Istat.
- Il credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno, che nei primi sei mesi dell’anno ha impresso una forte spinta agli investimenti privati
- il varo con il recente decreto legge della misura «Resto al Sud» per i giovani che vogliono fare impresa nel Mezzogiorno
- la normativa per la istituzione delle Zes, zone economiche speciali per attirare investimenti sui porti meridionali
- la norma che prevede l’equilibrio territoriale degli stanziamenti ordinari in conto capitale
- la nuova configurazione della Banca del Mezzogiorno.
L’articolo richiama anche il Masterplan e dai Patti per il Sud “fatto di investimenti molto rilevanti in infrastrutture, risanamento ambientale, interventi sulle periferie, valorizzazione delle ricchezze artistiche e paesaggistiche del Sud”. I
Restano, ovviamente, tanti problemi aperti:
- disoccupazione giovanile, che al Mezzogiorno è terribilmente più pesante,
- l’incertezza di prospettive per le grandi imprese e per i loro lavoratori dopo la crisi del 2008
- il degrado urbano nelle grandi città meridionali
- la gestione di un territorio fragile e martoriato.
Ma con l’occasione il ministro sottolinea anche le potenzialità:
- vitalità del tessuto produttivo meridionali: ripresa del Pil e dell’occupazione che si registra a partire dal 2015 e che per la prima volta da molti anni si rivela maggiore che al Centro-Nord:
- +2,1% complessivo l’incremento del Pil nell’arco del biennio 2015-16
- +5% gli investimenti delle imprese
- +194 mila gli occupati.
- il ruolo che i porti del Mezzogiorno possono giocare nella nuova centralità che il Mediterraneo è destinato ad avere nei flussi commerciali internazionali grazie al raddoppio del Canale di Suez.
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