EDICOLA MEZZOGIORNO / Il bipolarismo elettorale che fa male al Sud e all’Italia – La riflessione di Antonio Polito

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Ma davvero il Settentrione ha vinto le elezioni, come ha detto Alessandro Sallusti in un editoriale del Giornale? La domanda è di Antonio Polito, vice direttore del Corriere della Sera che conserva sul Corriere del Mezzogiorno una rubrica denominata “Politeia” (8 aprile 2018). Ed al giornale napoletano affida la sua polemica nei riguardi della posizione di Sallusti che dal dato elettorale del 4 marzo (al Nord ha vinto il centro destra, al Sud ha trionfato il 5 stelle) fa discendere come conseguenza logica che “siccome il centrodestra ha avuto più voti vuol dire che ha vinto il Nord…” E quindi il Nord incarnato dal centrodestra ha diritto a governare… : il rischio grave è che “questa specie di bipolarismo geografico – sostiene Polito – possa trasformarsi nella tomba di ogni speranza del Sud in questa legislatura, ammesso che questa duri e riesca a darsi un governo”.

Sarebbe una grave jattura, a quanto dice il giornalista tra i più accreditati nel salotto di Porta a porta di Bruno Vespa, per vari motivi. Proviamo a sintetizzarli:

  • … non si è ancora capito che se in Italia la crescita è la più lenta d’Europa è proprio perché il Sud è nelle condizioni in cui è. E che il prezzo di questa arretratezza la paga anche il Nord.
  • Ogni speranza di rinascita del Mezzogiorno non può prescindere da un progetto nazionale.
  • Non servono interventi settoriali in un territorio soffocato da asfissia di mercato e di risorse.
  • Non serve la distribuzione assistenziale di un reddito di cittadinanza per dare ai giovani meridionali ciò che davvero serve loro, e cioè lavoro, lavoro, lavoro.

Perciò, conclude Polito, una specie di libanizzazione dell’Italia, con il Nord e il Sud anche politicamente opposti, sarebbe la prospettiva peggiore per il Mezzogiorno. Ed è per questo dal Garigliano in giù abbiamo più bisogno che altrove di un governo. Le economie che funzionano possono fare a meno di un esecutivo, non “chi ha bisogno di riforme, di progetti, di investimenti pubblici, di idee per una crescita … Purtroppo – conclude Polito – in queste prime giornate di discussioni sulle priorità del futuro governo, il Mezzogiorno era già del tutto assente. Finita la campagna elettorale non sembra ricordarsene più nessuno, nemmeno quelli che, come i Cinquestelle, sembravano esserne diventati i paladini…”