Gli italiani ritrovano l’ottimismo ma il lavoro al Sud è un miraggio. E’ il titolo di un articolo di Marco Esposito che riprende gli indici di soddisfazione ed altri numeri salienti apparsi sull’Annuario 2017 dell’Istat (il Mattino del 29 dicembre 2017). In un’altra pagina dello stesso giornale è Nando Santonastaso a firmare il “giudizio” dedicato al ministro della Coesione territoriale Claudio De Vincenti, all’interno di un ampio bilancio di fine mandato del governo Gentiloni. Due articoli sono ben distinti e lontani, ma che in qualche modo si tengono per mano.
DOPO LA GRECIA
L’Istat, spiega Esposito, pubblica una tabella che propone un impietoso confronto tra il tasso di occupazione europeo e il nostro. In cima alla classifica c’è la Svezia, che vanta una quota di occupati al 75%. In fondo figura la Grecia, con il 50% di occupati. E l’Italia? E’ appena terzultima, viene prima di Croazia e Grecia. Ma è davvero così? L’aspetto preoccupante del nostro Paese è che il dato non è affatto omogeneo, ma è lo specchio di un divario interno che è da sempre il freno più grande alla sua crescita stabile e duratura. Le ripartizioni territoriali mostrano che Nordest e Nordovest conquistano posizioni di tutto rispetto, in linea con Lettonia, Lussemburgo ma anche con il Portogallo. E anche il Centro Italia si distingue, poiché si colloca tra i valori del Belgio e della Romania…”.
E il Mezzogiorno dov’è?
Finisce non ultimo, ma ultimissimo: con il suo 43,4% di occupati, risulta staccatissimo persino dalla Grecia…
“Qualunque azione politica – commenta Esposito – non può che partire dalla necessità di favorire l’occupazione nel Sud Italia…”…
MINISTRO PROMOSSO
Sì ma “ripartire dall’occupazione al Sud” significa, per il futuro governo, continuare il lavoro di De Vincenti. Senza soluzione di continuità e con nobn minore vigore. L’auspicio per il Mezzogiorno è infatti trovare nella compagine del prossimo esecutivo un ministro come lui (se non proprio lui in persona). Perché? “È stato – si legge sul Mattino – uno dei più concreti tra i ministri. Il suo metodo di lavoro, fatto di verifiche periodiche e mai banali, ha permesso il decollo dei Patti per il Sud con Regioni e Città metropolitane”.
In effetti non si vedeva da decenni un esponente di governo profondere tanti sforzi per riportare il Sud nell’agenda politica nazionale. “Si devono alla sua tenacia – spiega Santonastaso – anche l’introduzione del credito d’imposta assai favorevole per chi vuole investire nel Sud, la conferma per un altro anno dello sgravio al 100 per 100 della decontribuzione per chi assume i giovani e i disoccupati e il piano “Resto al Sud”, che scatterà a gennaio, per incoraggiare l’imprenditorialità giovanile”.
Ultime notizie