EDICOLA MEZZOGIORNO / RAPPORTO CENSIS: Paura, xenofobia, sfiducia nella politica. Ma il Sud resta una riserva preziosa

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La ripresa? C’è. La fuga del capitale umano? Continua. Le grandi aree del Sud? Arretrano rispetto al Nord. Il Pil? Cresce, ma cresce anche il rancore, la paura sociale, la xenofobia e la sfiducia nella politica. E’ questa la fotografia – luci e ombre – che emerge dal Rapporto Censis 51^ edizione, proposta da un articolo del Mattino di Giovanni Farese (2 dicembre 2017). Emerge soprattutto “la condizione del Mezzogiorno di un Paese diviso da un profondo divario economico e sociale, dove cresce l’occupazione ma il tasso di disoccupazione resta elevato, così come la fuga di «cervelli»”.

POLARIZZAZIONE

Il Rapporto è interessante perché registra un processo di polarizzazione in atto – tra città, famiglie, imprese e generazioni – che sfugge oramai alle più tradizionali linee di demarcazione territoriale Nord-Sud.

In termini di valore aggiunto delle città metropolitane «le grandi aree urbane del Sud, quelle di Napoli, Palermo e Catania, hanno registrato un vero tracollo, perdendo circa il 14%», con Napoli in testa. “Ma la realtà – si legge nell’articolo – è più complessa di così.

LE LUCI

  • L’Italia resta il terzo paese esportatore al mondo in rapporto al Pil, dopo la Germania e il Giappone.
  • Ha un attivo di bilancia estera pari al 2,3% del Pil.
  • Circa il 20% delle mille aziende europee che crescono più rapidamente è in Italia (Financial Times).
  • Il Paese è sempre più attrattivo per il turismo domestico e internazionale, trainato dalle piattaforme digitali e dalla poliedricità dell’offerta.
  • Vi è il dinamismo dal basso del Terzo settore, vitale nel mobilitare energie culturali e sociali di lungo periodo, capaci, forse, di una «trazione sistemica».

LE OMBRE

  • L’Italia cresce, ma molto meno della media dell’Eurozona.
  • Gli investimenti pubblici sono crollati del 32,5% in termini reali ne12016 rispetto all’ultimo anno prima della crisi.
  • Da un lato la quota di laureati è troppo bassa, dall’altro il mercato del lavoro non riesce ad assorbirne a sufficienza.
  • Aumentano gli occupati, ma il tasso di disoccupazione resta elevato.
  • La demografia è segnata dalla riduzione della natalità, dall’invecchiamento e dal complessivo calo della popolazione.

SOLITUDINE

Ma il dato forse più agghiacciante è che quasi due terzi degli italiani (64%) ritiene che «la voce del cittadino semplicemente non conti nulla».

“La strada maestra è nota – conclude Farese-; un rilancio coraggioso della politica di sviluppo dell’occupazione (di qualità) e dei redditi (da lavoro), specie nel Mezzogiorno; una riconversione degli scopi, anche del vivere insieme, troppo spesso sottomessi a un neo-individualismo centrato sul «piccolo benessere soggettivo» che rischia di cedere il passo alla solitudine della sera”…