Il Rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno è stato presentato giovedì 8 novembre 2018 nella Sala delle Regine di Montecitorio, alla presenza del presidente della Camera Roberto Fico. Per il Mattino c’era Nando Santonastaso, il cui reportage offre un excursus sui passaggi fondamentali dell’analisi proposta dal direttore Luca Bianchi.
Ecco i dati salienti:
· il Pil meridionale è a +0,8% nel 2018 rispetto al +1,4% del 2017
· Nel 2019 è prevista una crescita all’1% (dato migliore di quelli previsti per il Centro Nord, che tenderebbe a rallentare).
· L’impatto migliore al Sud dovrebbe esserci per la spinta dei consumi locali proveniente dal Reddito di cittadinanza, che il Mezzogiorno assorbirà al 63%.
· La spesa delle famiglie crescerebbe dallo 0,8% del 2018 all’1,4% del 2019 risultando superiore di uno 0,2% a quella prevista nelle altre aree del Paese.
Sulle prospettive di sviluppo del Meridione legate alla manovra di Governo non mancano dubbi e perplessità circa l’insufficienza delle risorse, l’inefficienza dei Centri per l’impiego, e in particolare, l’assenza di una strategia di investimenti pubblici, “tallone d’Achille del Mezzogiorno – si legge nel pezzo – in grado di rilanciare lavoro e occupazione”.
IL NEMICO
Il vero nemico del rilancio dei consumi? Secondo Svimez al momento è rappresentato soprattutto dallo spread perché “fino a quando si manterrà così alto – si legge nell’articolo – sarà proprio il Sud a pagare il prezzo maggiore, in termini di contrazione di prestiti e mutui da parte del sistema bancario.
ABBANDONO
Sul piano sociale la crescita dell’abbandono scolastico si aggiunge all’esodo dei giovani che fuggono per laurearsi altrove o per cercare lavoro. Il Rapporto rimarca infatti che il tasso di scolarizzazione dei 20-24enni meridionali è notevolmente inferiore rispetto al centronord. “Sono circa 300mila – rimarca Santonastaso – i giovani che abbandonano, il 18,4% a fronte dell’11,1% delle regioni centrosettentrionali.
FONDI EUROPEI
Nel suo commento ai dati del Rapporto il ministro per il Sud Barbara Lezzi ha stigmatizzato l’utilizzo «irresponsabile» dei fondi europei. Ed ha annunciato che a gennaio convocherà a Bruxelles tutti i governatori del Sud per rilanciare l’impegno «a spendere bene e nei tempi giusti le risorse».
ZONE ECONOMICHE SPECIALI
All’orizzonte c’è una nuova cabina di regìa. Servirà a coordinare i piani e i progetti delle 12 Zone economiche speciali collegate alla portualità previste al Sud. Per il presidente Svimez Adriano Giannola le Zes “dovrebbero essere la garanzia della scelta euromediterranea dell’Italia, perché il Paese non può fare a meno della crescita del Sud”.
Ultime notizie