E’ Milano Finanza (20 luglio 2018, pagina 4) a fornire la sintesi più efficace dei segnali che emergono dalla economia meridionale. Una lenta ma costante risalita attestata dal numero di imprese, il cui numero è in continuo aumento. “Per il secondo anno consecutivo – avverte l’articolo di Mauro Romano – sono positivi tutti e cinque gli indicatori dell’Indice sintetico dell’economia meridionale elaborato dal Srm-Studi e ricerche per il Mezzogiorno di Intesa Sanpaolo e da Confindustria”. E cioè: ricchezza prodotta, livelli occupazionali, numero delle imprese, export e investimenti. I settori di maggiore dinamismo sono quelli delle 4A (automotive, aerospazio, agroalimentare, abbigliamento) e dalla farmaceutica.
Come rafforzare questi segnali? La ricetta di Srm e Confindustria si compone di due elementi principali: sfruttare a pieno i fondi di coesione e rilanciare le infrastrutture.
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Alla fotografia del Check-up Mezzogiorno di luglio 2018 dedica un articolo anche il Messaggero (20 luglio 2018, pagina 1) che mette in risalto l’apporto delle imprese giovanili e di quelle finanziate da «Resto al Sud», nuovo strumento di promozione d’impresa per i giovani meridionali che ha registrato oltre 3.500 domande di incentivo in pochi mesi. I segnali «in chiaroscuro» invece emergono dal lavoro, con particolare riferimento alle fasce giovanili: “Un giovane meridionale su due – rimarca il Messaggero – non lavora, e oltre un terzo di loro non lavora e non studia”.
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Più ampia la disamina del Check Up Mezzogiorno proposta da Nando Santonastaso sul Mattino, con il pezzo intitolato “Sud, risalita al ralentì, più imprese, meno posti”. Ecco i dati principali presi in considerazione dal quotidiano di Via Chiatamone:
- le aziende sono 9mila in più nel 2017
- si conferma modesta la spinta dell’export
- prosegue la flessione del Pil: 1,1 per cento l’emorragia ininterrotta di lavoratori.
Insomma, la ripresa c’è ma perde di intensità. Nonostante il rilancio sia pure parziale degli investimenti, non riesce ad incidere ancora sull’occupazione. E le previsioni 2018 non sono incoraggianti, perché confermano un rallentamento della crescita meridionale: da 1,4 per cento del 2017 all’1,1 per cento di quest’anno. “Per fortuna – aggiunge Santonastaso – l’industria batte più di un colpo dal momento che tornano a crescere del 40 per cento gli investimenti in impianti e attrezzature per effetto delle agevolazioni garantite dal credito di imposta”. Infatti 2,2 miliardi di incentivi hanno promosso investimenti per oltre 6 miliardi”
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Sul fronte incentivi c’è una buona notizia, di cui dà conto il Sole 24 ore. E’ stato pubblicato infatti sulla «Gazzetta Ufficiale» del 17 luglio il decreto del ministero dello Sviluppo economico del 9 marzo 2018 sugli incentivi per l’acquisto di macchinari innovativi. Ne parla Alessandro Sacrestano nell’articolo intitolato “Aiuti a Pmi e microaziende per la fabbrica intelligente” (20 luglio 2018, pagina 23). Si tratta di 341 milioni destinati alle sole imprese con operatività in una delle Regioni meno sviluppate del Paese: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. “L’obiettivo – si legge nel pezzo – è favorire l’implementazione di programmi di investimento innovativi che agevolino la transizione, per tali imprese, da procedure produttive tradizionali verso modalità “intelligenti”. La logica – continua Sacrestano – è sottesa al piano nazionale Impresa 4.0, ossia quella di sviluppare una specializzazione intelligente che consenta l’interconnessione tra componenti fisiche e digitali del processo produttivo”.
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