Si torna a parlare di un tema che appare, scompare, riappare da anni dalla ricetta per curare il ritardo di sviluppo del Sud. Le zone franche, ossia aree dove la tassazione è molto limitata o ridotta, almeno per i primi anni, per le imprese che vi si insediano. Una ricatta che ha fatto la fortuna della nuova Irlanda e di alcuni Paesi dell’Est nuovi entranti nell’eurozona, che però hanno mantenuto moneta e sistema fiscale autonomo.
Ora però sembra si faccia sul serio. Per attrarre investimenti, il governo Gentiloni intende imprimere una accelerazione. Il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda e quello per il Mezzogiorno Claudio De Vincenti stanno preparando un decreto legge con esenzioni Ires e Irap, tagli alle imposte comunali e ai contributi previdenziali dei dipendenti per le aziende che intendono assumere.
Ne parla un articolo di Italia Oggi del 9 giugno 2017, intitolato, appunto “Zone franche nel Mezzogiorno”: “Le agevolazioni – vi si legge – saranno riservate a Basilicata, Campania, Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia, accompagnate da un possibile rafforzamento e, in alcuni casi, potenziamento di interventi già operativi, come autoimpiego e autoimprenditorialità (gestite da Invitalia)”.
Il giornale riporta poi che il decreto dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri a breve e, nella migliore delle ipotesi, essere convertito in legge prima della pausa estiva.
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