L’Italia ha il parco centrali a gas più efficiente d’Europa, grazie alle quali potrebbe vendere una buona parte dell’elettricità prodotta in eccesso, ma non riesce farlo. Anzi, rispetto ad altre nazioni dell’eurozona, ha il peggior saldo energetico. In altre parole: non solo “buttiamo” l’energia che produciamo, ma parte dell’energia che consumano le nostre famiglie e le nostre imprese, viene acquistata dall’estero.
E’ l’attacco di un ampio articolo di Luca Pagni, che Repubblica dedica oggi (11 agosto 2016, pag 22) al sistema nazionale dell’energia elettrica, riprendendo un report di Assoelettrica, l’associazione che raccoglie buona parte dei produttori italiani.
Da un confronto dell’Italia con i principali paesi della Ue, emerge un evidente paradosso: nonostante il surplus di capacità produttiva installata, il nostro Paese importa una quantità significativa di energia elettrica.
I motivi del paradosso li spiega il presidente di Assolettrica, l’ex manager di Enel Simone Mori: « In parte, si spiega con il fatto che altri paesi dispongono di impianti nucleari, i quali riescono a produrre energia a un prezzo più basso e la parte in eccesso viene venduta su altri mercati… L’Italia – continua Mori – potrebbe sfruttare la flessibilità delle sue centrali a gas….”.
Sarebbe possibile, se la Ue riuscisse a completare la creazione di un mercato unico dell’energia che tarda ad
essere approvata. Ed è anche per questo – conclude l’articolo che le imprese italiane pagano un prezzo dell’elettricità tra il 20 e il 30 per cento superiore rispetto ai paesi dell’eurozona.
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