“Il sintomo più preoccupante per l’economia, però, viene dalla Cina. Alla crisi demografica si aggiunge un debito privo di controllo. Huarong, la bad bank statale chiamata a gestire i crediti problematici dei conglomerati finanziari, ha subito perdite per 13,5 miliardi di euro nel 2020, richiedendo un’ardua azione di salvataggio pubblico. Altre criticità si affacciano sulla finanza cinese, come quella del gruppo Baoneng, con esposizioni per 26,2 miliardi di euro. Ma l’esempio a rapido rischio di default è quello del colosso immobiliare Evergrande, con passività per circa 260 miliardi di euro, una svalutazione delle azioni del 70% in un anno e una caduta dei profitti di quasi il 30%. L’unica analogia con la crisi dei mutui subprime, evocata da George Soros, potrebbe essere l’effetto domino sul sistema immobiliare e finanziario interno. Il governo cinese è abituato a ballare sull’indebitamento e a compiere interventi pubblici spericolati, ma il gioco si è fatto troppo grosso e può danneggiare seriamente l’avanzata del Dragone”. E’ uno stralcio dell’analisi dell’economista Amedeo Lepore (in foto) pubblicata sulle colonne del quotidiano Il Mattino nell’edizione del 21 settembre.
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