Il futuro dell’energia italiana è nelle rinnovabili. E’ quanto emerge dal primo MED & Italian Energy Report, presentato il 3 aprile a Napoli presso la sede di Banco di Napoli-Intesa Sanpaolo a Palazzo Piacentini. Alla stesura del documento hanno contribuito Srm, centro studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, Fondazione Matching Energies, ESL@Energy Center del Dipartimento Energia del Politecnico di Torino. Due i dati di maggiore rilievo: l’aumento, nel nostro Paese, della quota lorda di energia prodotta da fonti rinnovabili, che dal 2007 ad oggi è più che raddoppiata passando dal 17 al 36%; il Sud come vera e propria riserva energetica del territorio italiano visto che l’84% delle estrazioni di petrolio e gas si concentrano il Basilicata e un altro 9,6% in Sicilia. Inoltre sempre nel Mezzogiorno si rileva il 23% della produzione di energia a mare mentre sul fronte delle rinnovabili il 50% del totale nazionale proviene da impianti del meridione (eolici, solari, bioenergetici, geotermici). “La domanda di energia sta crescendo a ritmi vertiginosi – dice Zigon nel corso della tavola rotonda che lo vede protagonista – e questo ci impone di individuare delle fonti di approvvigionamento sostenibili. L’altra aspetto di rilievo – aggiunge – è quello relativo all’importanza geo-economica del settore energetico, che si presenta come principale metro di misura dello sviluppo economico dei prossimi anni”. In questo scenario “Mediterraneo e Sud Italia – dichiara il presidente di Mef – si configurano come Hub naturali dal punto di vista logistico, c’è però bisogno che si investa nello sviluppo delle infrastrutture e che si creino delle reti con lo scopo di connettere impianti, mezzi di trasporto e comparto distributivo”. Quanto all’aspetto produttivo, secondo Zigon “è necessario aumentare il coefficiente di energia rinnovabile e puntare così a un sistema che sia meno inquinante di quello attuale per non dire a impatto zero”. Ovviamente questo discorso chiama in causa anche l’impiantistica. “La produzione di energia cosiddetta rinnovabile si fa laddove ci sono le condizioni, quindi se nel Nord Europa cresce l’eolico qui da noi abbiamo delle enormi potenzialità dal punto di vista del solare e del geotermico, ma tutto questo presuppone una trasformazione complessiva che chiami in causa anche la mobilità, i sistemi urbani, le reti di interconnessione”.
In questo contesto il Rapporto di Srm rappresenta uno strumento di conoscenza e approfondimento utile per comprendere il quadro complessivo e definire strategie per il futuro. L’Italia è un ponte energetico tra Europa e Mediterraneo – dichiara Massimo Deandreis, direttore generale di Srm – e il Mezzogiorno gioca un ruolo centrale sia dal lato della produzione di energie rinnovabili e fossili, sia per l’importanza dei suoi porti. Inoltre il settore, con oltre 23.500 imprese attive, produce 177 miliardi. di fatturato e genera un valore aggiunto di 30 mld. di euro. Capirne l’importanza strategica e investire in infrastrutture e tecnologie è la chiave per rendere il nostro Paese più competitivo e attrattivo.
Il Report in sintesi
La domanda mondiale di energia elettrica è ancora in prevalenza soddisfatta dalle fonti fossili: petrolio 34,2%, carbone 27,6% e gas 23,4%.
• I consumi di energia sono concentrati su 3 aree mondiali: Cina, Stati Uniti, UE28. Esse rappresentano quasi il 50% del totale (Cina il 22% del totale, Stati Uniti il 16%, UE28 l’11,6%).
• L’area MENA (Middle East & North Africa) incide per il 20% sulla produzione mondiale di fonti fossili; detiene quasi la metà delle riserve mondiali di petrolio ed oltre il 44% di quelle di gas naturale.
• L’area MENA rappresenta, in termini di produzione, il 37% del petrolio mondiale e il 22% di gas naturale.
• L’Italia è ancora dipendente dall’estero per le importazioni di combustibili fossili: 78,6%. Il nostro Paese sta lavorando per sviluppare efficienza e risparmio energetico e fonti rinnovabili, la cui quota sulla produzione lorda elettrica è passata dal 17% del 2007 al 36%.
• La filiera dell’energia elettrica italiana, dalla produzione alla manifattura conta 30 miliardi di euro di Valore Aggiunto, produce 177 miliardi di fatturato. Vanta 23.500 imprese attive per circa 215.000 addetti.
• Il Mezzogiorno riserva energetica del Paese: estrazione concentrata quasi tutta nel Sud; la Basilicata da sola pesa per l’84% della produzione a terra di Oil & Gas. seguita dalla Sicilia (9,6%); il 23% della produzione a mare ricade in zone al Sud. Il Sud produce il 50% circa del totale dell’elettricità da fonti rinnovabili (eolica, solare, bioenergie e geotermica).
• I porti hanno un ruolo strategico come gate di accesso energetico gestiscono 184 milioni di tonnellate di rinfuse liquide ed il Mezzogiorno concentra il 45% del traffico energetico del Paese.
• Il Rapporto ha un Focus sulla Belt & Road Initiative (BRI) della Cina: il 29% dei progetti a valere su questo grande piano di investimenti si concentra sull’Energia. Il 70% dell’export dei prodotti petroliferi della Cina si concentra nei Paesi sull’itinerario della BRI.
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