OSSERVATORIO MEZZOGIORNO / SRM, INDAGINE SULL’ECONOMIA MERIDIONALE: IN CRESCITA INVESTIMENTI E OCCUPAZIONE

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Nell’attuale contesto socioeconomico meridionale caratterizzato da prezzi e costi in crescita, si evidenziano importanti fattori di resilienza che conducono a stime di crescita del Pil solo di poco inferiori al consensus nazionale (1,1% rispetto all’1,2%). In particolare, il turismo è a pieno titolo tra i settori più rilevanti per il rilancio dei territori. Significativo anche il ruolo dell’export che testimonia la capacità industriale e l’appetibilità del Made in Italy, prodotto nel Mezzogiorno, sui mercati internazionali. Il Sud. Grazie alle sue forze endogene, il Mezzogiorno può e deve puntare ad una nuova configurazione degli equilibri nazionali.

È il messaggio che emerge dall’ultimo numero del “Panorama economico di mezz’estate del Mezzogiorno” pubblicato da SRM, Centro Studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo, che fornisce una visione del Mezzogiorno diversa in cui la voglia di investire, la presenza di realtà innovative e le prospettive di crescita, evidenziano numeri inattesi e forniscono spunti di riflessione e di policy per la crescita del Paese.

Aumenta l’occupazione: a fine 2022 nel Mezzogiorno si contano 6.115 mila occupati, oltre un quarto dell’Italia, con una crescita in linea col dato nazionale (+2,5%, contro +2,4%). Si rafforza il tessuto imprenditoriale: nonostante un calo generale delle imprese, cresce il numero delle società di capitali con un +2,9% al I semestre 2023 rispetto al dato 2022 (+2,2% in Italia). Inoltre, sono attive oltre 160 mila imprese giovanili, quasi il 40% del dato nazionale, con un tasso di imprenditorialità giovanile più alto di quello medio nazionale (9,4% contro 8,1%). Cresce anche l’export: al I trim. dell’anno, si registra un +10% (in linea con il dato Italia). Al Sud si contano anche 15.656 imprese innovative (18,4% del Paese) con un accorciamento delle distanze rispetto alle altre aree: negli ultimi sei anni disponibili, sono cresciute del 51,5% a fronte del +25% a livello nazionale.

Le competenze presenti, unite alle connessioni fisiche e digitale che l’area mostra e alla competitività del suo sistema imprenditoriale, possono dar vita ad un nuovo percorso di crescita per ridisegnare gli storici equilibri che vedono il Sud come l’area dei “gap”. Le forze endogene del territorio sono il punto di partenza: Mare, Energia, Turismo, Ambiente sono tra i settori strategici per il rilancio.