Svimez (in foto il presidente Adriano Giannola) si concentra sulle dinamiche recenti dell’economia campana con particolare riferimento alle attività dei servizi e discute, alla luce delle occasioni offerte dalle risorse disponibili per il rilancio degli investimenti pubblici e privati, le criticità legate alle proposte di autonomia differenziata. La Svimez stima un tasso di crescita del Pil campano nel 2022 del +3,1%, al di sopra della media del Mezzogiorno (+2,9%). Un risultato che dovrebbe dare continuità a una ripartenza post-Covid già più sostenuta nel 2021 in Campania rispetto al resto dell’area meridionale (+6,4% contro 5,9%). Si stima che il contributo del terziario alla crescita del Pil campano nel 2022 si attesti su valori sensibilmente superiori alla media del Sud e del Paese, compensando in tal modo la perdita di valore aggiunto dell’industria manifatturiera: in Campania quasi il 90% della crescita è dovuta ai servizi (pubblici e privati), circa 15 punti in più che nel resto del Paese. Pur con le peculiarità “straordinarie” della congiuntura recente, il commercio, la logistica e la filiera del turismo si confermano attività di traino per l’economia regionale anche nel biennio 2021-22. Si tratta di attività che nell’ultimo ventennio hanno fatto registrare i più alti trend di crescita in termini di valore aggiunto presentando anche indici di specializzazione regionale sempre crescenti. La dinamica favorevole del terziario si è riflessa anche nella ripresa occupazionale. Nel 2022 l’occupazione nei servizi è aumentata del +3,3% (+4,6% nel comparto del commercio, alberghi e ristoranti).
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