Transizione energetica e sostenibilità sono le due leve principali di sviluppo in un’ottica di crescita economica a medio e lungo termine. Marco Zigon, numero uno del Gruppo Getra e presidente della Fondazione Matching Energies, ha ben chiara la strada da seguire per quella che si potrebbe ben definire una “crescita felice”. Incremento globale delle produzioni da fonti rinnovabili, incremento dell’efficienza delle reti elettriche mediante la transizione dalle reti tradizionali alle reti intelligenti (smart grid) e introduzione di un modello di sistema elettrico a dimensione sovranazionale e transcontinentale (supergrid) sono gli elementi fondamentali per transitare verso un nuovo contesto energetico nazionale e globale. Zigon ne ha parlato anche al Convegno di Capri dei Giovani Imprenditori di Confindustria, nel corso di un intervento dal palco del Quisisana.
Aumentare la produzione e ridurre le emissioni
“La vera sfida da vincere – spiega Zigon – è quella di ottenere più energia e meno emissioni”. Tre le principali condizioni necessarie per ridurre le emissioni. “Deve aumentare progressivamente la quota di elettrico sul totale dei consumi – dichiara l’imprenditore napoletano – deve mutare il mix generativo, favorendo l’incremento delle rinnovabili e la sostituzione da carbone a gas nella generazione, deve crescere l’opzione della mobilità elettrica (che nel 2017 ha registrato un incremento del 57% rispetto al 2016)”. La sostenibilità, in altre parole, passa necessariamente attraverso un’azione di contrasto ad un sistema energetico ad alto impatto ambientale. “E’ evidente che non sarà possibile ridurre i fattori di rischio ambientale se la domanda di energia mondiale continua ad essere soddisfatta per circa l’80% dai combustibili fossili, considerando inoltre che circa il 40% dell’energia elettrica si produce bruciando carbone”, commenta Zigon.
Un freno al riscaldamento globale
Produrre energia a basso impatto ambientale è un’arma decisiva per contrastare l’incipiente riscaldamento globale. “Prescindendo da ogni altra considerazione – dichiara Zigon – non vi è dubbio alcuno che l’inquinamento delle città sia un dato inoppugnabile: e questa è una diretta conseguenza dell’impatto delle attività antropiche sul sistema ambientale terrestre. Ed è rimarchevole il dato allarmante riportato dall’Agenzia europea dell’Ambiente: in Italia lo smog uccide più che nel resto d’Europa: 61 mila persone in 17 anni”. “La lezione che dobbiamo trarne – aggiunge – anche in Italia è imboccare una graduale ma progressiva e incisiva transizione energetica. Intraprendere la strada del contrasto al riscaldamento globale, ed in particolare dell’inquinamento atmosferico con politiche più incisive. E tutto questo con l’obbligo di mantenere attiva una prospettiva di crescita dei consumi energetici”. Una strada, quella indicata dal patron di Getra, che stanno percorrendo anche il Governo italiano e l’Unione Europea. “Produrre più energia e in modo sostenibile è necessario sia per ridurre l’inquinamento che per estendere la platea di beneficiari dei servizi energetici. Ancora oggi – ricorda Zigon – alle porte del 2020, 1 miliardo e 200 milioni di persone non ha accesso all’energia elettrica, mentre un ulteriore miliardo di individui non ha accesso a reti stabili e sicure”.
Italia, luci e ombre
Spostando l’attenzione sull’Italia, Zigon evidenzia come “sul nostro Paese grava un tasso di dipendenza energetica dell’83% – a fronte di una media europea del 55% Infine l’Italia registra un mix sbilanciato verso fonti costose (54% gas: 2 volte la media Ue). Ne consegue una bolletta petrolifera pari a 12,5 miliardi di euro al 2016 e un costo dell’energia elettrica per le imprese del 31,7% più alta della media Ue, pari a circa 8 milioni di euro. Detto questo, va rimarcato comunque che le emissioni di CO2 in Italia tendono verso il basso. Questo risultato positivo si deve al crescente utilizzo delle fonti rinnovabili: è tra i Paesi che hanno raggiunto in anticipo gli obiettivi del 2020 in termini di quota di consumo da rinnovabili sul totale dei consumi energetici finali”.
Il futuro è nell’Hub dell’Area Med
L’Italia, però, in ottica futura può giocare un ruolo determinante nello sviluppo delle grandi infrastrutture di rete. “Accanto al necessario sviluppo delle tecnologie di accumulo nel medio-lungo termine – è il pensiero di Zigon – per l’area Ue appare necessario attingere al potenziale di generazione da fonti rinnovabili presenti in particolare nei paesi del Nord Africa, dove il solare fotovoltaico gode di condizioni ambientali più stabili e continue. Sarà dunque indispensabile creare di una infrastruttura di rete elettrica sufficientemente estesa ed affidabile (supergrid), in grado cioè di soddisfare sia il crescente fabbisogno interno dei Paesi produttori che di esportare il surplus di energia verso la Sponda Nord del Mediterraneo. Questa prospettiva attribuisce all’Italia – e in particolare al nostro Mezzogiorno – un ruolo cruciale nel sistema delle reti elettriche. L’Italia e il Sud conseguiranno in posizione baricentrica tra bacino del Mediterraneo ed Europa continentale, in campo energetico non meno che in campo marittimo, portuale e logistico”.
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