La produzione di energia è diventata nel 2014 meno intensiva di carbonio. E’ quanto si deduce da uno studio di Marzio Galeotti e Alessandro Lanza da Lavoce.info. In esso si legge che ogni periodo di crisi si riflette sulle emissioni del più importante gas serra (CO2) con una frenata.
Nel 2014 ciò è accaduto anche in presenza di una crescita del Pil mondiale del 3,3%.
Sul risultato positivo dal punto di vista ambientale ha inciso una sensibile crescita delle efficienza energetica e della sostituzione delle fonti rinnovabili o del gas naturale al posto del carbone.
La prima crescita delle emissioni a livello mondiale ha già frenato nei primi anni Ottanta, e poi ancora nel 1992 e nel 2009: tutti periodi di crisi economica. La novità è che nel 2014 il prodotto interno lordo mondiale, stando alle stime del Fmi, è cresciuto del 3,3%, così come accaduto nel 2013, ma le emissioni sono rimaste invariate.
Nel 2004 l’aumento delle emissioni del 4,5% può essere rappresentato come la somma di quattro diverse dinamiche: l’incremento della popolazione, l’incremento dell’efficienza energetica, l’effetto ricchezza (ovvero la crescita del Pil) e l’intensità “carbonica”.
In conclusione, siamo in un periodo di crisi economica mondiale, e questo si riflette sull’andamento delle emissioni: ma non in maniera virtuosa. Gli studiosi de lavoce.info sostengono infatti che non può essere considerata infatti una buona notizia il fatto che il tasso di crescita delle emissioni diminuisca in presenza della diminuzione del reddito (pro capite).
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