Il futuro di Enel, di qui al 2020, sta in una revisione del piano industriale presentato martedì 21 novembre a Londra dall’ad Francesco Starace. Le parole chiave sono diversificazione e sviluppo, in direzione di una nuova generazione di servizi legati alla digitalizzazione delle reti. Una svolta voluta per stare in linea con la domanda di infrastrutture in fibra e di servizi smart city e smart mobility. Con l’ipotesi di esportare all’estero il modello Open Fiber. Ne parla Affari e Finanza in un’ampia pagina pubblicata lunedì 27 novembre. Vi si legge che per gli investimenti sul digitale sono in programma investimenti pari a 5,3 miliardi. “E per questo – scrive il giornalista Luca Pagni – si è rafforzata la divisione E-Solutions affidata a Francesco Venturini e ribattezzata Enel X…”. Dopo il cambio di pelle che ha spostato la produzione di energia elettrica dalle fonti tradizionali, come il termoelettrico o il nucleare, alle fonti rinnovabili, la seconda trasformazione in pochi anni porta alla implementazione hi-tech in ogni campo: dallo sviluppo delle infrastrutture per l’auto elettrica alle reti intelligenti, fino alla gestione dei servizi nelle abitazioni dei clienti, grazie all’installazione dei contatori elettronici.
E non basta. Enel torna a investire in Europa, in particolare in Italia, dove scommette soprattutto sui servizi ai clienti e alla mobilità elettrica. Ecco numeri e obiettivi del piano 2020.
- 5,3 miliardi per la digitalizzazione, con un aumento di 600 milioni rispetto al piano precedente.
- l’obiettivo è ottenere un incremento della redditività per almeno 1,9 miliardi di euro tra il 2018 e il 2020, con un aumento di 300 milioni rispetto a quanto previsti in precedenza.
- Un risultato che sarà ottenuto per un 60 per cento dalla crescita dei margini e un 40 per cento dalla riduzione dei costi operativi.
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