E se nel 2030, in Italia, le auto in circolazione fossero tutte elettriche? Che cosa accadrebbe con 37 milioni di veicoli a cui serve una ricarica una o più volte al giorno, magari durante le festività natalizie, magari in un inverno rigido e con i consumi energetici a livelli record… E’ lo scenario ipotetico che tratteggia un articolo del Sole 24 ore di venerdì 23 novembre (pagina 2), firmato da Carlo Andrea Finotto, che riprende l’analisi dell’E-Mobility Report 2018. Dei tre scenari presi in considerazione nessuno prevede una situazione critica a livello di consumi energetici. «Anche immaginando uno scenario estremo- è il commento di Davide Chiaroni, vicedirettore e co-fondatore del gruppo Energy& strategy del Politecnico di Milano -, con oltre 30 milioni di veicoli elettrici, l’impatto sui consumi è tutto sommato assorbibile con un fabbisogno di energia tendente a un incremento del 16%”. Il vero problema sarebbe invece il picco di domanda dovuto alla concomitanza di assorbimento. «Immaginando che lo 0,5% dei veicoli si connetta contemporaneamente a una presa di ricarica veloce – aggiunge Chiaroni –la potenza impegnata sarebbe pari a 18,5 GW, pari a 133% della potenza massima impegnata in questi anni». Con un rischio di black out sempre possibile.
Gian Piero Celata, direttore dipartimento tecnologie energetiche dell’Enea, propone una riflessione che si concentra sui tempi di ricarica che abbiano durata paragonabile a completare oggi un pieno di carburante tradizionale: al massimo 10-15 minuti. Ma che tipo di infrastrutture occorre per assicurare la ricarica rapida? “Servono potenze nell’ordine dei megawatt – si legge nell’articolo – quindi occorre immaginare grandi accumulatori che alimentino le colonnine, un po’ come le cisterne nel sottosuolo delle stazioni di servizio attuali».
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