Anche la Svizzera dice no al nucleare. Lo ha stabilito un referendum che vede il 58,2% dei cittadini elvetici approvare un piano del governo che prevede l’incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e le norme per “ridurre sensibilmente i consumi individuali con l’obiettivo di proteggere l’ambiente”. Lo riferisce il Corriere della Sera del 22 maggio 2017, evidenziando che “tutti i maggiori partiti elvetici si erano espressi per il sì, ad eccezione dell’Udc, il partito di destra, che nel Paese ha la maggioranza relativa e che era stato il promotore della consultazione”.
Ecco in sintesi i punti salienti della exit strategy dal nucleare:
- spegnimento progressivo dei 5 reattori oggi attivi
- incentivo ad aumentare il ricorso a fonti «pulite»
- impegno a tagliare i consumi individuali del 35% sulla base di quelli registrati nel 2000 anche attraverso forme di efficientamento degli impianti.
L’articolo di Claudio Del Frate ricorda che proprio la Svizzera era stato il primo Paese al mondo ad affidarsi al nucleare. In futuro il Paese si affiderà ad eolico e solare, fonti di cui tuttavia ad oggi la Svizzera non sembra avere enormi disponibilità.
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