Il Corriere del Mezzogiorno del 27 giugno ha pubblicato un editoriale a firma dell’economista Massimo Lo Cicero intitolato “Egoismi e fragilità del Sud”. Si tratta di una riflessione originale perché è tra le poche che si sofferma sulla posizione del Mezzogiorno da un punto di vista geo-politico, tenendo conto di due aspetti che oggi pongono il Sud in una posizione cruciale per il futuro dell’Italia e dell’Europa:
- 1) governare i percorsi dei migranti nel Mediterraneo e nelle nazioni europee;
- 2) portare alla convergenza faticosamente i progetti di riordino nel futuro budget dell’Unione Europea…;
Il tema relativo alla ricerca di un “equilibrio ragionevole” per governare le migrazioni in atto sconta l’attuale profonda divisione tra le due aree del paese e richiede con urgenza il traguardo di una omogeneità del Mezzogiorno, con gravi carenze e problemi da ricomporre, se si vuole collegare reciprocamente le due aree del Paese e integrarle. Viceversa al momento le quattro regioni meridionali – Campania, Puglia, Basilicata e Calabria – “lavorano su sé stesse”, ciascuna ripiegata nel proprio orizzonte territoriale.
Eppure tra Puglia e Campania c’è una relazione forte, più volte evidenziata, che passa per tre settori decisivi per una possibile politica di integrazione di filiera:
- Meccatronica
- Turismo e Beni Culturali
- Innovazioni e Ricerche Universitarie di grande rilievo.
Ma per poter trasformare tali indirizzi in opportunità occorre un impegno della politica che, viceversa, attualmente è ancora ferma all’esito del voto del 4 marzo scorso, prigioniera di una sorta di campagna elettorale prolungata. Voto che suggerisce il quadro di una chiusura del Centronord, più ricco, al traino della Lega, e di un ripiegamento delle regioni meridionali, più povere, aventi nel M5Stelle il principale riferimento elettorale.
Invece Lo Cicero suggerisce che Lega e M5S si facciano promotori di una ricomposizione tra Centronord e Sud. E ciò per evitare di cadere nel vortice di “un triangolo pericoloso” che sembra profilarsi dinanzi all’incrocio di tre fenomeni:
- Incontenibili ondate migratorie
- Unione Europea che si sbriciola
- Italia che sbriciola sé stessa”.
Al contrario bisogna lavorare alla ipotesi di un “triangolo virtuoso della convergenza”, che, conclude l’economista, si deve alimentare con almeno due anni di tempo: il traguardo del 2020. Lo Cicero conclude l’articolo con una previsione che, al tempo stesso, è un auspicio: “L’unione Europea accetterebbe una Italia, che torna sulla sua capacità economica e politica. Mentre l’Unione Europea unita dovrebbe anche governare le migrazioni tra Mediterraneo e Nord Europa”.
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