EDICOLA MEZZOGIORNO / ECCO CHE AVANZA LA TERZA SOCIETA’ – Il rapporto Hume sugli Esclusi

HomeMef MagazineEDICOLA MEZZOGIORNO / ECCO CHE AVANZA LA TERZA SOCIETA’ – Il rapporto Hume sugli Esclusi

La nuova Italia che avanza è la Terza Società, quella degli esclusi: disoccupati, lavoratori in nero e persone inattive perché non vedono più un contesto favorevole per cercare lavoro. Lo dice l’ultimo rapporto della Fondazione Hume. E si contrappone alla Prima, quella dei garantiti: personale pubblico e dipendenti regolari di aziende medio-grandi. E alla Seconda, costituita da chi è esposto alle incertezze del mercato: operai e impiegati di piccole aziende e lavoratori autonomi senza ammortizzatori sociali.

GLI INATTIVI
La Terza società avanza perché le sue fila si sono affollate. In sette anni, dal 2007 al 2014, la sua incidenza sul totale della forza lavoro è balzata dal 22,5% al 29,9%, ovvero 2 milioni e 600 mila nuove persone. Questa situazione è evidente soprattutto nel Mezzogiorno, dove la sua incidenza nel 2014 era del 45,8% soprattutto per la forte diffusione degli inattivi disponibili a lavorare. Numeri che si ripercuotono sulla politica con l’Italia della Terza società che diffida dei partiti come Pd e Forza Italia. il 45,1% degli esclusi è intenzionata a votare il Movimento Cinque Stelle.

IL MALESSERE
Se è vero che la Terza società è portatrice di un segnale di acuto malessere, le altre due vedono assottigliarsi i ranghi e indebolirsi il loro ruolo sociale con l’erosione di protezioni di lunga data e la perdita di forza economica. La Prima società ha visto uscire mezzo milione di persone tra il 2008 e il 2014. Il personale della Pubblica amministrazione sta registrando un lento calo, dall’11,8% della forza lavoro nel 2001 al 10,1% nel 2014. I dipendenti privati tutelati dallo Statuto sono scesi dal 26,5% del 2007 al 23,9%.
Per quanto riguarda la Seconda società, la sua componente più estesa è rappresentata dal lavoro autonomo: circa il 17% delle forze lavoro (più di 5 milioni). Cosa più importante, tra il 2009 e il 2014 i redditi di lavoro autonomo sono scesi del 28% circa, molto di più di quello che è avvenuto per quello dipendente (-8%).

(Fonte: Il Sole 24 Ore; “Italia out: 9 milioni di esclusi”; 12-02-2017; Pagina 1+19)