EDICOLA MEZZOGIORNO / INFRASTRUTTURE, IL SUD RESTA INDIETRO NONOSTANTE LA LEGGE CALDEROLI

HomeMef MagazineMezzogiornoEDICOLA MEZZOGIORNO / INFRASTRUTTURE, IL SUD RESTA INDIETRO NONOSTANTE LA LEGGE CALDEROLI
Il gap infrastrutturale tra Nord e Sud è una ferita da sanare al più presto per non incorrere in violazioni di legge. E’ quanto rivela il Quotidiano del Sud, che in un servizio pubblicato sulle pagine dell’edizione nazionale ricorda come la legge 42 del 2009, c.d. Legge Calderoli, all’articolo 22 abbia espressamente previsto la perequazione infrasttutturale tra le due principali macroaree del Paese. Un risultato mai raggiunto anche perché non si è nemmeno provato, fin qui, a mettere mano all’opera di ridimensionamento del differenziale. I porti del Mezzogiorno, pur vantando numero e lunghezza degli accosti nettamente superiori a quelli del Centro-Nord scontano una forte carenza di capacità di movimentazione e stoccaggio delle merci. Anche gli aeroporti devono far fronte a carenze qualitative dell’offerta (distanza dai centri urbani, aree di parcheggio aeromobili e superficie delle piste). Nel ranking regionale dei 88 Paesi UE per trovare la prima regione meridionale, la Campania, bisogna far scorrere il dito fino alla posizione 134, su un totale di 263. Fanno peggio Abruzzo (161°), Molise (163°), Puglia (171°), Calabria (194°), Basilicata (201°), Sicilia (207°) e Sardegna (825°). Sempre il Quotidiano del Sud ricorda che “la Svimez nel suo rapporto fornisce una spiegazione di ciò che è successo negli ultimi 50 anni: la sintesi del declino della spesa infrastrutturale in Italia sta nel tasso medio annuo di variazione nel periodo 19708018, che è stato pari a meno 2% a li vello nazionale. Un fardello che però non è stato equamente distribuito: Se il Centro-Nord perde lo 0,9%, il Sud registra un misero meno 4,6%. Non è sempre stato così. Negli anni Settanta, quando la Cassa del Mezzogiorno era ancora m piedi, gli investimenti infrastrutturali nel Sud costituivano quasi la metà di quelli complessivi. Negli ultimi anni, invece, si sono ridotti a quasi un sesto del totale nazionale, a fronte di una popolazione pari al 34% . In valori pro capite, nel 1970 erano pari a 531,1 euro a livello nazionale, col Centro-Nord a 451,5 e il Mezzogiorno a 677 euro”.