C’è anche la Federico II, la più antica Università italiana dopo quella di Bologna, nella corsa per la guida di un “Competence center” previsti dal piano Industria 4.0. Ossia dei centri di competenza ad alta specializzazione concepiti per favorire l’incontro tra mondo della ricerca e sistema delle imprese. Ne parla un articolo apparso su L’Economia del Corriere del Mezzogiorno del 22 gennaio 2018 (pagina 8) a firma di Salvatore Avitabile. Tra le candidate del Mezzogiorno c’è anche il Politecnico di Bari. Completano il gruppo i politecnici di Torino e Milano, la Scuola Sant’Anna di Pisa, l’Università di Bologna e la rete delle università del Triveneto.
L’obiettivo dei Competence Center, per i quali è previsto uno stanziamento complessivo di 40 milioni di euro, è sviluppare le eccellenze imprenditoriali puntando sull’innovazione tecnologica e scongiurare la fuga dei talenti, un fenomeno molto diffuso nelle regioni meridionali. Il modello da seguire è il partenariato pubblico-privato che vede impegnati almeno un organismo di ricerca e una o più imprese. “Se la Federico II dovesse ottenere la guida di uno dei competence center – è il commento di Avitabile – per Napoli sarebbe davvero un momento magico dopo l’arrivo in città di Cisco e, nel 2016, del centro europeo di Apple che si appoggia logisticamente nel polo universitario di San Giovanni a Teduccio… Napoli nel settore della ricerca e dell’innovazione sta riscuotendo un importante appeal. Dopo l’estate del 2018 dovrebbe nascere la Normale del Sud con la collaborazione tra Federico II e Normale di Pisa. E presto potrebbe approdare in città – conclude – anche la multinazionale General Electric”.
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