L’energia talassometrica è la nuova frontiera delle fonti rinnovabili e a impatto zero. Più semplicemente si tratta di energia termica oceanica, che viene prodotta mediante l’Ocean Thermal Energy Conversion. Per la verità di questa tipologia di approvvigionamento energetico si parla fin dagli anni ’70 del secolo scorso ma è solo oggi che la risorsa viene ritenuta in prospettiva molto più affidabile e “pulita” rispetto ad altre tipologie di rinnovabili. In Europa lo sviluppo dell’energia termica oceanica è affidato al progetto Plotec. Sfruttare l’energia termica oceanica per produrre elettricità significa più che altro impiegare la differenza di temperatura esistente tra le acque marine superficiali e quelle profonde, anche detta “gradiente termico”. Il processo è semplice, come spiega un servizio del sito web rinnovabili.it: il calore delle prime scalda un fluido di lavoro fino a farlo evaporare; il vapore aziona una turbina che a sua volta genera elettricità tramite un generatore. Il vapore passa in un condensatore e torna allo stato liquido, raffreddato dalle acque aspirate dal fondo.
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