La Commissione Europea ha deciso di utilizzare i fondi strutturali del periodo 2014-2020 ancora non utilizzati per avviare le prime azioni di contrasto alla crisi generata dall’emergenza Coronavirus: in tutto circa 37 miliardi di euro. “Non si tratta dunque di risorse nuove ma di un cambio di destinazione di quelle previste per la politica di coesione dal Bilancio Ue 2014-2020. Per l’Italia si tratta di circa 11 miliardi su 54 miliardi a noi attribuiti, ma la cifra esatta ancora non si conosce, si tratta di una forchetta che oscilla tra i 6 e i 15 miliardi”, scrive il Corriere della Sera. Nell’articolo di Francesca Basso si legge, inoltre, che “in base alle regole attuali, è che si tratta di risorse destinate al Sud, perché sono le Regioni del Mezzogiorno quelle che ricevono la quota maggiore di fondi strutturali, che servono appunto per favorire lo sviluppo. C’è dunque un vincolo territoriale o più precisamente di gruppo di appartenenza: i fondi strutturali destinati al Sud non possono essere trasferiti nemmeno in parte alle Regioni del Nord, ma solo tra le Regioni all’interno della stessa categoria. I gruppi sono tre: aree meno sviluppate, ovvero con un Pil pro capite inferiore al 75% della media Ue-27 (Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia e Puglia); aree in transizione, con un Pil pro capite fra il 75% e il 90% della media Ue (Abruzzo, Molise e Sardegna); aree più sviluppate, con un Pil pro capite superiore al 90% della media dell’Ue (le Regioni del Centro Nord)”.
(Fonte: Corriere della Sera – Leggi l’articolo completo)
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