“Nel quadriennio 2023-2026 due terzi del tasso di crescita medio annuo prefigurato nel Def sono ascrivibili al Piano nazionale di ripresa e resilienza (1,2%, a fronte dello 0,4% in assenza di Pnrr)”. E’ l’analisi della Corte dei Conti, contenuta nel Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 2023.
”Nonostante le vischiosità di attuazione del Pnrr – evidenzia ancora la Corte dei Conti – e pur alla luce delle incertezze dello scenario di riferimento, la stima di consenso conferma come il Piano resta determinante ai fini del quadro macroeconomico; ciò, naturalmente, a condizione che il profilo di spesa posto alla base della simulazione venga rispettato”. E proprio su questo aspetto si concentrano i dubbi dell’organismo di controllo sui conti pubblici, che rileva un’attuazione dei progetti ferma a poco più del 13%.
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