MILLE SCUOLE
La realizzazione di mille scuole secondarie-modello adeguando strutture esistenti, dotandole di attrezzature di didattica innovativa, creando rapporti con la società civile e con le imprese (per le classi avanzate), migliorando i curricula (educazione civica, lingue). L’impegno economico non supererebbe 1 miliardo di euro secondo stime condivise. Ai Comuni che si impegnino in questi investimenti si potrebbe concedere la possibilità di sforare i vincoli del patto di stabilità, liberando a tal fine risorse comunitarie e nazionali. Notevole sarebbe l’impatto sociale nel tempo, migliorando il capitale umano delle future generazioni.
IL NETWORKING PORTUALE
Proporre un progetto di creazione di un networking tra le portualità minori da diporto e la valorizzazione dei beni turistici, artistici e archeologici dell’interland di riferimento. Il progetto potrebbe realizzato da un consorzio di imprese interessate, cui potrebbero aderire anche piccoli imprenditori locali. Interesserebbe l’intero Mezzogiorno proprio perché dotato di una miriade di porti piccoli o meno piccoli che insistono in aree di incomparabili bellezze e attrazioni turistiche. Per le sue caratteristiche intersettoriali e per la sua dimensione e impatto, potrebbe rappresentare un “grande progetto di sviluppo” finanziabile con fondi europei. Il progetto potrebbe collegarsi ad un’iniziativa che Invitalia sta sviluppando per conto del MIBAC.
FLAT TAX AREA
Individuare un numero limitato di aree a tassazione agevolata e a burocrazia semplificata riservate unicamente all’attrazione “nuovi” investimenti (non più di 4/5 zone). La realizzazione di nuovi investimenti (greenfield) dovrebbero beneficiare di una flat tax onnicomprensiva di tutti gli oneri fiscali e previdenziali per un tempo determinato ed insieme di misure amministrative semplificate, Le aree da scegliere devono disporre di idonee strutture fisiche e di accoglienza. Questo intervento non ha costi per lo Stato. La creazione di zone franche è fattibile nell’UE in quanto non infrange la normativa sugli aiuti di Stato. Come è già avvenuto in altri casi, la loro istituzione va autorizzata dalla UE in quanto non prevede aiuti pubblici a carico del bilancio nazionale ma solo forme di lucro cessans per le finanze pubbliche (peraltro ampiamente compensate da altre entrate e dall’indotto).
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